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Storie di Fronto Temporale 5 – Parte Seconda

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Storie di Fronto Temporale 5 – Parte Seconda

 

 Chantal, 15 anni.

“Mi ha abbracciato stringendomi forte”

 

Sono una ragazza vivace, estroversa che ama i viaggi e la fotografia. Vivo insieme ai miei fratelli in un paesino vicino a Bergamo ed oggi vi voglio raccontare una storia. La storia di una persona mi ha insegnato a rialzarmi ogni volta che cado e che ha reso la mia vita a colori, vi racconterò della persona che più di tutte ha sempre creduto in me, mio papà Dario.

Purtroppo non ricordo tutto di lui, nonostante sia scomparso da poco più di un anno. So che è brutto da dire, ma penso che la sua malattia mi abbia portato via non solo una parte di lui, ma anche un pezzo di me.

Mio padre aveva un tipo di demenza precoce che colpisce il linguaggio ed il comportamento, la Malattia Fronto Temporale. Non ricordo bene come sia iniziata, ma al contrario ricordo perfettamente come sia riuscita a rubare a mio papà la voce, il movimento e la capacità di intendere e volere. Tuttavia non gli ha mai portato via il suo splendido e contagioso sorriso e il suo amore per noi. Noi tutti, da parte nostra, non ci siamo divisi, rimanendo sempre al suo fianco contro la malattia.

È strano da affermare, ma in effetti, se ripenso alla Fronto Temporale, forse c’è un motivo per cui la ringrazierei, ovvero perché ha unito ancor di più la nostra famiglia e ha reso il sorriso di papà ancora più importante per noi ed indelebile nei nostri ricordi. Papà, quanto amavo vederti ridere! Spesso osservando i miei fratelli, o semplicemente guardandomi allo specchio, mi sembra di rivedere il tuo volto da guerriero coraggioso e allo stesso tempo da uomo buono.

Avete presente quando fa freddo, ma siete tra le braccia di una persona a cui volete bene? Avete mai notato che il freddo sparisce? Io sì: è una sensazione stupenda. Ricordo perfettamente la prima volta che l’ho sentita sulla mia pelle. Era una sera di circa metà novembre e mio papà era appena tornato dal centro diurno. La malattia gli era stata diagnosticata due anni prima, ormai non parlava più e mostrava le prime difficoltà nel camminare. Quel giorno era compito mio sfilargli le scarpe, farlo entrare in casa ed aiutarlo a sedersi sul divano. Qualcosa però è andato storto perché lui ha perso l’equilibrio ed è caduto di schiena. Io ho cercato di attutire la caduta, ma era troppo pesante per me. Anche se lui non si era fatto nulla e mi guardava sorridendo ero spaventata e non sapevo cosa fare, perché ero a casa da sola. Mio fratello stava tornando dal lavoro e sarebbe arrivato poco dopo e visto che non sarei riuscita a rialzare papà ho preso delle coperte ed un cuscino. Gli ho sistemato il cuscino sotto la testa, l’ho coperto perché non prendesse freddo e sono rimasta con lui abbracciandolo. Io però avevo freddo… e quando lui mi ha visto tremare mi ha abbracciato stringendomi forte. Nonostante la malattia, mio papà stava pensando a me!

Durante il suo funerale, il 28 ottobre 2016, mentre camminavo al freddo ho ripensato a quel momento ed ho provato ancora quella sensazione. È grazie a quell’abbraccio che ho capito che lui c’è sempre stato per me, anche quando era malato, e che ci sarà sempre. Per me e per tutta la mia famiglia!

 

Chantal